CLAUDIO MARINI

Nostante che il ciclo delle avanguardie sto-riche si debba ritenere chiuso e la ricerca pit- torica si vada sempre più localizzando nella cu- ra dei valori che investono la "qualità" del pigmento spaziotemporale, Claudio Marini, al di là dell'ine- vitabile paternità alle quali un pittore dotato e ispira- to fa sempre ricorso, ristruttura il gesto (non la ge- stualità) in una dialettica razionale che non vive realisticamente sul quadro ma nel pensiero. A voler in- tendere il senso ed il significato che si dà oggi alla parola realismo, è come dire da noi non volersi intendere sul piano della cultura, cosa invece che in- tendiamo chiaramente nelle intenzioni (i quadri) di Marini. Marini, difatti, dipinge la forma del pensiero e ne orienta, in una toponomastica europea, gli orienta- menti, le intenzionalità che risultano senza equivoci a cose, a luoghi, a situazioni prendibili e palpabili fi- no allo spasimo del particolare. La sua presenza al- la 40a edizione della Biennale premia questo scatto di qualità che Marini ha ben definito ponendo ipo- teche sul suo lavoro futuro, naturalmente ipoteche sempre in "progress" e affascinanti dal punto di vi- sta dell'avventura pittorica Durante la mostra verranno esposte tre bandiere, di grandi dimensioni, legate al tema della pace dove traspare, in maniera forte e chiara, l’unicità dell’arti- sta che vuole esprimere il suo messaggio in un con- testo in cui tutto è orientato alla conflittualità ed agli opposti. Le altre opere esposte rientrano nella collezione denominata “L’ottava notte”, titolo scelto per la rasse- gna interamente dedicata alle radicali e poetiche vi- sioni astratte dell’artista. Come scritto da Chiara Barbato sul Tempo: «Marini è artefice privo di indu- gi che ha molto imparato dalle sperimentazioni estre- me di Burri e Fontana: ne sono testimonianza gli “squarci” della superficie pittorica che rievocano la gestualità carica di significato delle composizioni di quest’ultimo. Ma è solo uno degli aspetti del modo di intendere e fare arte di Claudio Marini; chi lo co- nosce sa che la sua scelta artistica deriva da un tem- peramento carico di tensione ideale e dalla parteci- pazione emotiva della sua persona ai drammi del mondo attuale». L’ultima produzione è, non a caso, nata come rifles- sione sull’attentato dell’11 Settembre 2001 alle Torri Gemelle